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Il diario di una giovane donna che da un'estate all'altra confida alla pagina scritta il suo disagio esistenziale. Prigioniera in una Roma soffocante che le rimanda la luce ogni volta diversa dei Fori, la protagonista compie i riti della quotidianità: passeggia per le strade, mangia yogurt, formaggio bianco e noci, beve champagne o tè, ma soprattutto esplora con la furia dell'insoddisfazione i territori del sesso. Forse non le sanno dare ciò che lei cerca. O forse, quello di cui lei ha bisogno trascende l'umano? Di sicuro "la volgarità invade le strade". Un romanzo che trascina il lettore in un vortice, sotto l'incalzare di una sessualità che rompe ogni argine e diventa quasi una forma di misticismo. Carmen Llera descrive proprio attraverso la lente deformante della pulsione erotica il "ripetersi uguale dei giorni" e lascia emergere quel sottile senso di estraneità e inadeguatezza in cui consiste la profonda malia di questo piccolo, sofferto libro.